
di studiosi, genitori e servizi educativi: le scuole outdoor inventate in Svezia e diffuse in tutta l’Europa del nord (e sabato scorso al centro di un convegno a Bologna Outdoor education - l'educazione sicura all'aperto), della pedagogia esperienziale della natura e della scuola ecologica fondata in Italia da Zavalloni. Ma queste scuole hanno anche fatto pratica dei principi su cui si basa la sostenibilità e potremmo quindi anche chiamarle scuole della sostenibilità, a kilometro zero, della filiera corta, del buon governo. Oppure piccole scuole, di mare, di montagna o di città poco cambia.
Per noi oggi sono le scuole dei borghi, servizi
essenziali, presidi di cultura e civiltà, ponte tra le generazioni, dighe
contro lo spopolamento. Modelli di scuola, di educazione che riflettono scelte
culturali precise e che impongono scelte politiche altrettanto chiare.
Insomma la scuola di Tellaro, come quella della Serra,
con la loro storia parlano a noi di una scuola in grado di mettere a
sistema le risorse del territorio, le capacità umane e i diritti dei bambini e
delle bambine. Un modello di scuola che c’è nel nostro comune e che ha il
diritto di continuare a esistere perché è un’opportunità per tutti i bambini e
le bambine di questo paese e quindi del mondo perché i bambini ovunque nascano
sono cittadini del mondo.
(nella foto il cortile della scuola con gli ulivi, il melo, i pini e il melograno...)
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