RIFLESSIONI, SPUNTI, RIFERIMENTI PER LA NOSTRA BATTAGLIA IN DIFESA DELLE PICCOLE SCUOLE DEL COMUNE DI LERICI

lunedì 30 marzo 2015

Grazie Giorgio!


Avevamo chiesto a Giorgio Ghio se poteva farci avere le slide del suo bellissimo intervento a Tellaro ed eccole! Non essendo delle maghe del computer avrete da ridire sul sistema di consultazione, ma intanto sono qui a disposizione di tutte e di tutti. 
Riflessioni, citazioni, riferimenti e spunti intorno al gioco, al suo ruolo educativo e pedagogico, alla sua capacità di liberare risorse e di fare crescere. 
GRAZIE GIORGIO!

giovedì 26 marzo 2015

BOMBA LIBERA TUTTI

Al documentario di Pina Caporaso e Daniele Lazzaro,  Bomba libera tutti - Stereotipi e differenze di genere in una classe delle elementari" è dedicato il primo post di questo blog. 
Era il marzo del 2013 e da pochi mesi ci confrontavamo sulla nostra idea di scuola interrogando i nostri valori, bisogni e desideri. La scuola che vorremmo, come avevamo scritto nella nostra lettera aperta di presentazione dell'associazione, deve essere pubblica, laica e inclusiva che per noi significa una scuola capace di accogliere le competenze dei bambini e delle bambine, capace di ascoltare, di dare spazio e tempo per permettere loro di esprimere le proprie capacità, talenti e attitudini.
A quel tempo cercando in rete riferimenti utili per la costruzione del nostro pensiero ci eravamo felicemente imbattute in Bomba libera tutti e ci aveva colpito come questo documentario/percorso scolastico riassumesse in sé e traducesse in esperienza tutti i significati che noi avevamo attribuito alla scuola. 
Questa è la scuola che noi vorremmo, non solo perché affronta il tema delle differenze di genere per noi importante, ma per come lo affronta facendolo vivere nella pratica quotidiana della classe e soprattutto interrogando i bambini e le bambine a partire dal loro vissuto. In questo modo di fare scuola c'è secondo noi una visione della scuola che si pone come obiettivo non solo quello dell'istruzione ma quello di offrirsi come spazio e tempo di crescita per le persone piccole che sono i bambini e le bambine.  
"Bomba libera tutti - Stereotipi e differenze di genere in una classe delle elementari" verrà proiettato venerdì 27 marzo alle 17.30 al cinema Astoria di Lerici. Alla proiezione del documentario, della durata di 50 minuti, seguirà l'incontro con la maestra regista Pina Caporaso che racconterà le sue esperienze nel campo dell'educazione alle differenze e risponderà alle domande del pubblico. Al documentario è stato assegnato il Premio Immagini Amiche promosso dall'Udi (Unione Donne in Italia) e dal Parlamento Europeo. Leggi l'intervista a Pina Caporaso

"Un bambino ha piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo ha idee piccole. Le idee dei bambini a volte sono grandissime, divertono i grandi, fanno loro spalancare la bocca e dire: "Ah!"" 
Beatrice Alemagna - Che cos'è un bambino, Topipittori edizioni

domenica 22 marzo 2015

Laboratori per bambini, bambine e adulti

Sabato 28 marzo dalle ore 16:30 alle 18:30
alla scuola di Tellaro (sede incerta seguirà conferma) 

Infanzia (6-10 anni)
Laboratorio di euritmia-danza-acrobatica
E’ un laboratorio per imparare giocando. Favorendo la naturale capacità immaginativa dei bambini, verranno proposti degli esercizi e giochi euritmici che svilupperanno un armonioso approccio del bambino con il suo movimento e con lo spazio condiviso da tutto il gruppo. Gli elementi euritmici saranno utilizzati per differenziare qualitativamente il movimento, sviluppare coordinazione, flessibilità, ascolto e gioia nella condivisione. Filastrocche, fiabe, canzoni o il suono di diversi strumenti saranno una preziosa fonte di ispirazione e supporto per le diverse attività.
Conduce
Elisa Martinuzzi - euritmista e danzatrice
leggi la biografia di Elisa Martinuzzi

Adulti
Laboratorio Gestalt: suono e corpo mezzi per vivere le emozioni
Lavoro di gruppo per entrare in contatto con le proprie emozioni e comprendere attraverso il corpo e il suono/voce come interpretarle ed esprimerle in modi nuovi e creativi. Portando l'attenzione alla voce, al corpo e alle espressioni non verbali proprie e altrui è possibile entrare in una modalità nella quale tutto è più chiaro e univoco, dove la bussola non è più soltanto il pensiero ma torna ad essere qualcosa di più antico, profondo ed efficace.
Conducono
Luigi Mattiello - musicista, musicoterapeuta e counselor Malcolm Bilotta – psicologo e insegnante di yoga
I laboratori hanno un costo di 10 euro ciascuno, se frequentati da componenti della stessa famiglia il costo cumulativo è di 15 euro.


PRENOTAZIONE obbligatoria via email lemammedelmomento@gmail.com oppure telefonando al 333 1743632

lunedì 16 marzo 2015

Comunicato della RETE LAICA LERICI

Ospitiamo con molto piacere nel nostro blog il comunicato della Rete Laica Lerici su quanto sta accadendo in questi giorni a Lerici sul tema dell'educazione alle differenze e sulla campagna di "terrore" che alcuni genitori e associazioni cattoliche hanno messo in campo per "fronteggiare" l'avanzata dell'ideologia del genere. 
Nella nostra idea di scuola laica, pubblica e inclusiva, l'educazione alle differenze dovrebbe essere la base da cui partire per programmare la didattica e tutte le attività scolastiche, non un'accessorio. 
C'è bisogno di una scuola che accolga tutte le differenze (di orientamento sessuale, diversa religione, cultura, etnia, diversa abilità) e che educhi al rispetto, alla cooperazione, alla solidarietà e prepari i nostri figli e le nostre figlie a essere cittadini e cittadine del mondo. 

La Rete Laica Lerici riunisce un panorama variegato di cittadine e cittadini del Comune di Lerici e dintorni, che credono in una società laica e plurale, dove le differenze non siano additate e discriminate ma considerate una ricchezza. RETE LAICA LERICI si propone come luogo di discussione e costruzione di iniziative sulla laicità, ed é impegnata nell'educazione alle differenze come prevenzione/contrasto alle discriminazioni sociali.
In questo contesto, ci sentiamo molto preoccupati per il clima di caccia alle streghe che si respira in tutta Italia, e anche nel nostro comune, circa il presunto insegnamento di una ancor più presunta “ideologia gender” nelle scuole o la visione terroristica di una proposta di legge molto blanda (il disegno di legge “Scalfarotto), che altro non è che l’estensione del cosidetto “decreto Mancino” del 1975, alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale di una persona.
In tal senso vorremmo fare alcune precisazioni, perchè riteniamo che questo clima sia generato da una cattiva informazione, sia sulla proposta di legge, che sui progetti di educazione alle differenze (e non all’ideologia gender) che molti comuni italiani (Roma, Bologna, Torino, Pisa etc.) stanno sviluppando.
1. La proposta di legge Scalfarotto o DDL 1052 (e invitiamo coloro che non l’hanno letta a farlo, non sui blog, ma sul sito del senato: http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/41977.htm) amplia sostanzialmente l’articolo 3 della Mancino (legge 654 del 13 ottobre 1975) aggiungendo al comma 1), lettere a) e b) (in cui si puniscono coloro che diffondono idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale e chi incita alla discriminazione, o a commettere o commette atti di violenza o di provocazione alla violenza, nei confronti di persone perche' appartenenti ad un gruppo nazionale, etnico o razziale ed inoltre si vieta ogni organizzazione o associazione avente tra i suoi scopi di incitare all'odio o alla discriminazione razziale) le seguenti parole: «o fondati sull'omofobia o sulla transfobia»;
Nel DDL si specifica in oltre che “non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero anche se assunte all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei princìpi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni». Lontano dunque dall’essere una legge liberticida, come definita da alcune associazioni cattoliche, non vi è alcuna traccia della “persecuzione” di persone che non sono d’accordo con i principi di valorizzazione delle diversità tutte, promossi dalle associazioni laiche e libertarie italiane ed internazionali
2. I numerosi progetti di educazione alle differenze (anche qui nessuna traccia di educazione all’“ideologia gender” di cui si straparla in giro) che si stanno realizzando in diverse scuole del territiorio italiano, spesso grazie ad iniziative patrocinate dagli assessorati alle pari opportunità dei comuni di riferimento, hanno come obbiettivo principale quello di prevenire la discriminazione e il bullismo nelle scuole o tra adulti. In questi progetti, personale altamente qualificato (psicologi, psicoterapeuti, sociologi, medici) cercano di formare gli insegnanti con appositi corsi che insegnino cos’è l’educazione al rispetto dei generi e delle differenze (di orientamento sessuale, diversa religione, cultura, etnia, diversa abilità) e a non non sottovalutare segnali di bullismo: quando si insulta un bimbo perché è sovrappeso, disabile, o perché ritiene di essere altro rispetto a quel che il riflesso del corpo gli dice di sé. In molti progetti si interagisce anche direttamnete con i bambini/e per combattere gli stereotipi sessisti trasmessi da molti libri e giocattoli.
In questo contesto, é emblematico l’allarme creato da alcuni genitori del comune di Lerici dopo che una maestra della scuola primaria di Lerici ha “permesso” ai bambini/e della sua classe di leggere il libro “Federico/a”.
Il libro in questione (ed. Giunti) è una piccola storia che racconta i pregiudizi degli adulti e le scelte dei bambini. I bambini Federico e Federica preferiscono provare tutti i giochi (Federica scopre che le piace giocare a calcio e a Federico fare lo chef) e colorare la loro stanza di tutti i colori dell’arcobaleno, quando i genitori preparano bambole e cameretta rosa per Federica, aeroplani, soldatini e cameretta azzurra per Federico. 
Come commenta l’autrice del libro: 
“Femmine e maschi, nel nostro paese, crescono in un ambiente familiare e sociale che allestisce due scenari di vita differenti per le une e per gli altri: fin dalla nascita (e spesso ancor prima, già nel periodo dell’attesa della figlia/del figlio) gli adulti cominciano a tessere intorno alle bambine un mondo rosa pastello all’interno del quale si possono svolgere solo certe attività e praticare solo determinati giochi e sport.Processo analogo coinvolge i bambini che sono addestrati a vivere nel loro mondo azzurro dove sono banditi giochi, colori, atteggiamenti propri dell’altro sesso. La preferenza per il rosa e l’azzurro viene alla fine confusa come un attitudine naturale, quando invece è un evidente prodotto culturale.”
Se la grossa preoccupazione di questi genitori è che i loro figli diventino omosessuali, come se si “ammalassero” leggendo questi libri o giocando con giocattoli “da femmine” o “da maschi” rispondiamo non preoccupatevi, non cedete al pregiudizio, informatevi. Nei paesi del nord Europa ma anche nella vicina Spagna, il “gioco simbolico” è pratica comune tra i bambini/e e considerato fondamentale per lo sviluppo. Il bambino imita indistintamente ciò che vede fare attorno a lui ed é del tutto naturale che ogni bimbo, femmina o maschio che sia, voglia giocare a cucinare, semplicemente perché qualcuno che lo fa per lui c’è sempre, e spesso sarà la mamma, la nonna, ma anche il papà! Lo stesso vale per altre attività di casa come stirare, stendere i panni, avvitare un bullone o sostituire una lampadina.
Esistono molti progetti di educazione alle differenze nel panorama italiano che rispondono all’evoluzione culturale dell’Europa del terzo millennio. Il Parlamento Europeo sta attualmente studiando misure finalizzate alla lotta alle discriminazioni basate, tra l'altro, sull'orientamento sessuale promuovendo il principio dell'uguaglianza (vedi carta dei diritti fondamentali - paragrafo 1 dell'articolo 21) che vieta "qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle, l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali". 
Con questo comunicato invitiamo la cittadinanza ad un esame critico dei pregiudizi che oggi creano questi “allarmi” con l’augurio di distensione, la RETE LAICA LERICI é disponibile al confronto informato su questi temi.

Quando la differenza fa paura

Uno stralcio dell'intervista a Irene Biemmi autrice del libro "Federica e Federico" che ha creato scandalo a Lerici per la sua presunta capacità di diffondere l'ideologia del genere (che peraltro non esiste).

"Femmine e maschi, nel nostro paese, crescono in un ambiente familiare e sociale che allestisce due scenari di vita differenti per le une e per gli altri: fin dalla nascita (e spesso ancor prima, già nel periodo dell’attesa della figlia/del figlio) gli adulti cominciano a tessere intorno alle bambine un mondo rosa pastello all’interno del quale si possono svolgere solo certe attività e praticare solo determinati giochi e sport.
Processo analogo coinvolge i bambini che sono addestrati a vivere nel loro mondo azzurro dove sono banditi giochi, colori, atteggiamenti propri dell’altro sesso. La preferenza per il rosa e l’azzurro viene alla fine confusa come un attitudine naturale, quando invece è un evidente prodotto culturale.
Leggere in classe Federica e Federico può essere utile per sfatare questi presunti gusti femminili e maschili: ci saranno bambine che amano correre all’aria aperta e giocare a calcio, come Federica, e bambini che si divertono a giocare con la cucinetta, come Federico. In più, il fatto che sia una figura adulta competente a proporre questa lettura è importante perché può fornire strumenti utili a decostruire gli stereotipi di genere.
Federica e Federico trovano un pezzetto della propria identità nei giochi che preferiscono. Anche per comunicare le loro preferenze ai genitori utilizzano i giochi, e specialmente manifestano il desiderio di "mescolarli" e giocarci insieme. Perché ha scelto questa soluzione?
Perché credo che la cosa migliore sia creare uno spazio condiviso in cui maschi e femmine possano scegliere liberamente, di giorno in giorno, quali giochi utilizzare. Ed è importante che bambine e bambini giochino insieme, in gruppi misti, non solo nei primi anni di vita. Alcune ricerche dimostrano che se al nido, e poi ancora nei primi anni della scuola d’infanzia, esiste una completa libertà di scelta dei giochi e delle attività a cui dedicarsi, nella scuola primaria il gioco tende progressivamente ad assumere una precisa connotazione di genere e maschi e femmine si avviano a giocare in gruppi separati. È come se eventuali gusti “devianti” (per esempio il gioco della bambola per il maschio) fossero considerati accettabili quando si è molto piccoli, ma diventassero assolutamente da correggere con il proseguire dell’età, in vista forse di una corretta assunzione dei modelli di genere adulti.
Mescolare i giochi e non etichettarli come “da maschi” o “da femmine” è un primo passo per creare nuovi spazi di libertà nell’educazione dei nostri figli/delle nostre figlie."

intervista a Irene Biemmi