RIFLESSIONI, SPUNTI, RIFERIMENTI PER LA NOSTRA BATTAGLIA IN DIFESA DELLE PICCOLE SCUOLE DEL COMUNE DI LERICI

giovedì 20 febbraio 2014

Le parole della scuola


Sono solo tre le dichiarazioni ufficiali del “mondo della scuola” nell’ultimo anno e mezzo di dibattito sul riassetto scolastico nel Comune di Lerici. L’ultima, di questi giorni, in cui si afferma la totale contrarietà del Consiglio d’Istituto e del Collegio docenti al piano deliberato dall'Amministrazione Comunale e si chiede di riportare la situazione dei plessi scolastici a due mesi fa. La penultima dello scorso autunno quando il Consiglio d’Istituto si è espresso per l’unificazione del tempo pieno in una sede, come peraltro riportato nella relazione della cooperativa Lindbergh a pag. 26. La prima di luglio 2013, non data alla stampa ma espressa nelle due riunioni, in cui eravamo presenti, che il Consiglio d’Istituto ha fatto in quel mese. A luglio, di fronte alla decisione dell’Amministrazione di riaprire la scuola di Tellaro, quasi tutti i membri del Consiglio d’Istituto si sono dichiarati contrari a questa ipotesi.

Due dichiarazioni ufficiali e una “rubata” da parte del mondo scuola, in un anno e mezzo in
cui si è discusso molto e in diverse sedi di quanto l’Amministrazione si proponeva di fare, equivalgono per noi a un silenzio complice e soprattutto fanno emergere quello che la scuola si è sempre rifiutata di ammettere ovvero la propria responsabilità nel decretare la chiusura di due sue scuole. Le dichiarazioni parlano chiaro: il Consiglio d’Istituto e il Collegio docenti hanno da sempre lavorato, nell’ombra, per accorpare il tempo pieno nella sede di Via Gozzano e sono stati in silenzio perché erano sicuri di avere la situazione sotto controllo.
In questo anno e mezzo, ci si sarebbe aspettato (ed è stato anche chiesto) che l’Istituzione scuola “imponesse” di essere presente, ascoltata, consultata costantemente dall’Amministrazione impegnata nella riorganizzazione dell’assetto scolastico. Ma nulla è stato fatto in questa direzione, era più comodo dire noi non siamo stati interpellati.
In questo anno e mezzo, ci si sarebbe aspettato (ed è stato anche chiesto) un segnale di apertura, di interesse verso il lavoro dei comitati sui temi della scuola, della nostra scuola. Ma anche in questo caso il nulla, era più facile definirci  “estranei” (Il Secolo XIX, 25 settembre 2013 - La Nazione, 26 settembre 2013).
In questo anno e mezzo noi ci si saremmo aspettati che la scuola difendesse le sue scuole, che sostenesse i genitori che si sono impegnati per dimostrare il valore di queste esperienze scolastiche, che si impegnasse per rilanciare il suo Istituto Comprensivo e invece ha lasciato campo libero al progetto dell’Amministrazione che nei fatti ha smantellato l’Istituto Comprensivo. 
Neanche la manifestazione di piazza con anziani, bambini, cittadini interessati al tema della scuola vi ha scosso e oggi uscite con il vostro bel comunicato a “cose fatte”.
A “cose fatte” un’istituzione che si rispetti avrebbe dovuto chiedere all’amministrazione di dargli tutto quello che le serve per garantire un’offerta educativa e formativa di qualità nelle nuove condizioni che si sono determinate. Un atteggiamento di questo tipo avrebbe trovato ampio consenso e sostegno nell’opinione pubblica. Invece è desolante che dal mondo della scuola non venga fuori un gesto di dignità, di empatia con i suoi “utenti”, di volontà di dare il meglio comunque, ma solo di ostruzionismo e chiusura. Se la scuola è fatta dalle persone, cosa stanno esprimendo adesso queste persone?
L’atteggiamento del “mondo scuola” si conferma autoreferenziale, chiuso a ogni tipo di confronto, disinteressato ad accogliere, anche criticamente, le posizioni dei comitati e dei borghi, incapace di svolgere un ruolo attivo in un percorso che si poneva come obiettivo quello di riorganizzare l’assetto scolastico non solo nei luoghi ma, a quanto si legge nel vostro comunicato, anche nella proposta didattica e formativa.
E’ sorprendente rilevare come, solo oggi, abbiate valutato gli effetti che la decisione dell’amministrazione porta con sé (perdita di posti di lavoro, necessità di nuove assunzioni di personale ata, difficoltà nel garantire l’offerta didattica del tempo pieno, etc.). Era vostro dovere segnalare prima quelle che erano le vostre osservazioni sulle criticità connesse ad ogni tipo di scenario (che in fondo erano solo tre – non certo un lavoro da veggenti!).
In tutto questo, è desolante constatare ancora una volta come il vostro intervento non tenga conto della necessità dei genitori degli esordienti di essere rassicurati sul futuro dei loro figli e delle loro figlie proprio in questi giorni in cui stanno effettuando le iscrizioni.
Se si vuole rimettere in discussione tutto, noi siamo disponibili ma si riparte dalla situazione di quattro anni fa: con la scuola di Tellaro aperta che lavora insieme a quella della Serra. Il tempo pieno a Pugliola non rappresenta la soluzione che noi desideravamo perché determina la chiusura delle scuole di Tellaro e della Serra, per cui ci siamo battuti e continueremo a farlo, ma è certamente un segnale di accoglimento di alcune istanze che i comitati hanno portato avanti nella loro battaglia.
Infine, per dovere di cronaca, vogliamo fare sapere alla cittadinanza che circa 50 giorni fa sono stati chiesti da alcuni genitori che appartengono ai comitati copia delle delibere del Consiglio di istituto. A oggi non è stata data alcuna risposta scritta e motivata, come previsto dalla normativa vigente, dell'eventuale accoglimento e/o diniego della richiesta. La mancanza di trasparenza dell’Istituto Comprensivo di Lerici è inammissibile visto che basterebbe rendere pubblici sul proprio sito le delibere dei suoi organi rappresentativi e tutte le informazioni che riguardano i bambini, genitori che frequentano l'istituto comprensivo. Nel 2014 non è una richiesta assurda!

COMITATO PRO SCUOLA LA SERRA      LE MAMME DEL MOMENTO

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