
La mostra è stata, forse più di tutto, una straordinaria
esperienza umana grazie all’entusiasta, generosa e appassionata partecipazione
di tutte le persone che sono state contattate o che spontaneamente ci hanno
cercato. Possiamo dire che la scuola di Tellaro è in grado ancora oggi di
risvegliare in tutte le persone che abbiamo incontrato ricordi di gioia e
abbagliante bellezza, emozioni profonde e sentimenti di orgoglio e di gratitudine.
E questo è un patrimonio di valore inestimabile che era impensabile potesse essere collegato ad una
esperienza scolastica.
Fare la mostra è stato questo: misurarsi con una serie di
fatti, di esperienze, di vissuti raccontati con assoluta normalità ma che
invece costituiscono i tasselli di un’esperienza di grande valore didattico e
pedagogico che forse non è stata adeguatamente compresa o forse solo non è
stata adeguatamente comunicata all’esterno e condivisa.
La scuola di Tellaro è un bene comune, un bene
che le persone hanno condiviso grazie alla loro attiva partecipazione alla vita
della comunità. Basti pensare che la scuola è stata voluta dai cittadini di Tellaro che hanno
partecipato alla sua nascita e vita: gli uomini offrendo gratuitamente il
lavoro per l’adeguamento degli spazi, le donne offrendo il loro lavoro per la
mensa, il ristorante la Gritta che ha preparato i primi pasti per i fortunati
bambini.
La scuola di Tellaro è stato il più solido anello di congiunzione
tra generazione e generazione. Il percorso educativo ha infatti spesso visto la
partecipazione degli anziani del paese alla vita della scuola. Molti elaborati
degli alunni partivano dalla storia orale sulle tradizioni, i proverbi, il
dialetto, la vita del passato, il cibo.
La
scuola di Tellaro non si è chiusa nel confine del suo edificio ha usato tutti
gli spazi che aveva a disposizione intorno a se: ha fatto feste e ricreazioni
in piazzetta, educazione alle scienze a Fiascherino, Trigliano e nelle piane,
educazione alla lettura e alla scrittura alla marina, educazione alla storia a
Portesone e Barbazzano, educazione motoria nella natura. A Tellaro la natura è
stata maestra, il paese è stato lo spazio della libertà, la bellezza è stata il
contesto predisponente all’apprendimento.
La scuola di Tellaro si è aperta al mondo grazie alla
presenza di tanti bambini stranieri, agli scambi con scuole di altri paesi, agli
incontri con intellettuali (Maggiani, Bertolucci, Tonelli, Bertolani,
Bellatalla) che hanno portato il mondo a scuola.
Alcune delle scelte pedagogiche della scuola di Tellaro, e
della Serra, hanno anticipato senza teorizzarlo alcuni modelli pedagogici che oggi
sono al centro dell’attenzione di studiosi, genitori e servizi educativi: parlo
delle scuole outdoor inventate in Svezia e diffuse in tutta l’Europa del nord, della
pedagogia esperienziale della natura e della scuola ecologica fondata in Italia
da Zavalloni.
Per noi oggi sono le scuole dei borghi, servizi essenziali,
presidi di cultura e civiltà dighe contro lo spopolamento. Modelli di scuola,
di educazione che riflettono scelte culturali precise e che impongono scelte
politiche altrettanto chiare.
Insomma la scuola di Tellaro, come quella della Serra, con la
loro storia parlano a noi di una scuola in grado di mettere a sistema
le risorse del territorio, le capacità umane e i diritti dei bambini e delle
bambine. Un modello di scuola che c’è nel nostro comune e che ha il diritto di
continuare a esistere perché è un’opportunità per tutti i bambini di questo
paese e quindi del mondo perché i bambini ovunque nascano sono cittadini del
mondo.
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