RIFLESSIONI, SPUNTI, RIFERIMENTI PER LA NOSTRA BATTAGLIA IN DIFESA DELLE PICCOLE SCUOLE DEL COMUNE DI LERICI

lunedì 11 marzo 2013

Lettera aperta delle mamme del momento



La decisione di partecipare attivamente alla discussione in atto nel Comune di Lerici sulla scuola e l’offerta educativa ci ha dato l’occasione di riflettere su quale modello di scuola corrisponde ai nostri valori, bisogni e desideri.  
Siamo partite dall’idea, condivisa da tutte, che la scuola deve essere pubblica, laica e inclusiva. La Costituzione italiana e la Convezione Internazionale dei diritti dell’Infanzia costituiscono i nostri riferimenti. Da qui abbiamo iniziato a cercare nel mondo che ci circonda “la scuola che vorremmo” e l’abbiamo trovata nella scuola creativa di Gianfranco Zavalloni. I pensieri del suo fondatore sono stati di grande ispirazione per noi. 
Questa lettera vuole essere sia un contributo alla discussione in atto nel nostro Comune, sia un invito ai cittadini e alle cittadine del Comune di Lerici a partecipare a questo momento cruciale per il nostro futuro. 


LA SCUOLA CHE VORREMMO
Vorremmo una scuola capace di accogliere sempre le competenze dei bambini e delle bambine. Una scuola capace di ascoltare, di dare spazio e tempo per permettere loro di esprimere le proprie capacità, talenti e attitudini.
Secondo noi per fare questa scuola bisogna riscoprire il senso di queste parole.

Il piccolo. A livello di politica scolastica dobbiamo tornare a valorizzare le piccole scuole. Più le scuole diventano grandi più diventano ingestibili, perché sono difficili le relazioni interpersonali. La scuola è un luogo dell’abitare, come lo è la casa. Ma troppo spesso, per le sue necessità architettoniche, non è il luogo che offre le emozioni dell’abitare e senza queste emozioni imparare diventa difficile.

Il lento. Una scuola creativa è possibile a patto che sia lenta. Il problema dei tempi è un problema fondamentale. Dobbiamo imparare a rallentare a scuola e a casa, si tratta di fare meno e farlo meglio, “lavorare sul metodo” e non sul nozionismo, sui contenuti.  

Il bello. E’ importante avere dei luoghi, delle esperienze di contatto con il bello. L’ambiente, esterno e interno all’aula, quando si nutre di principi di bellezza, agevola il dispiegarsi di energie positive. Il rapporto fra la felicità e i luoghi in cui viviamo è assolutamente interscambiabile: il grigiore e i muri annientano i pensieri felici.

Il semplice. Una scuola semplice è una scuola che usa il gioco. La scuola del gioco, la scuola del piacere e del divertimento ma anche la scuola dei piccoli gesti.
La sobrietà. Una scuola creativa è una scuola che sa fare molto con poco, cioè una scuola che non necessariamente ha bisogno di grandi finanziamenti. Sobrietà vuol dire anche povertà, gratuità, inutilità: fare cose che apparentemente non sono, dal punto di vista economico, valorizzate perché gratuite. Una scuola sobria è in grado di mettere a sistema le risorse del territorio, le capacità umane e si regola secondo i principi della sostenibilità.
Il locale. Una scuola creativa è una scuola locale. Locale vuol dire una scuola che punta a far capire, a far scoprire ai bambini e alle bambine il luogo in cui vivono.
L’ambiente. L’ambiente ci parla, costruisce i nostri pensieri sulla vita e sul viaggio che dobbiamo fare per vivere. Imparare a dialogare con l’ambiente è fonte primaria di certezze e di sicurezza.
La conoscenza. Emozione e conoscenza camminano di pari passo. Per attivare i meccanismi del conoscere occorre creare una situazione di benessere negli alunni e nelle alunne. Soltanto un luogo che crei un’interazione fra attività di studio e recupero gioioso può favorire quel benessere che dispone ai condizionamenti scolastici.
Il bene comune. La scuola è un bene comune, un bene che le persone condividono grazie alla loro attiva partecipazione alla vita della comunità. Nella scuola il rapporto educativo è il fattore primario che innesca e sviluppa il bene comune se è capace di esprimersi nella sussidiarietà, nella solidarietà, nella partecipazione e di tendere alla verità, alla libertà, alla giustizia. Nella scuola il bene comune costituisce il più solido anello di congiunzione tra generazione e generazione.


COSA NON VOGLIAMO
·      Non vogliamo che i bambini del Comune di Lerici vengano privati delle opportunità educative e formative offerte dalla scuola di Tellaro. Ogni scuola ha qualcosa di originale da offrire alla comunità.

·      Non vogliamo che Tellaro perda questo luogo di aggregazione, cultura, gioia e libertà.


COSA CHIEDIAMO ALLA POLITICA
·      Chiediamo alla politica di mettere al centro della sua agenda la cultura e la scuola.
·      Riteniamo infatti che occorra investire sempre, e sempre di più, su educazione, formazione ed istruzione, presidi di civiltà che permettono ai borghi di mantenere significativi ed irrinunciabili forme di socialità e servizi.
·      Rivendichiamo quindi il diritto a spazi educativi e ricreativi, ritenendo ingiusta ogni forma di chiusura.

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