Ospitiamo con molto piacere nel nostro blog il comunicato della Rete Laica Lerici su quanto sta accadendo in questi giorni a Lerici sul tema dell'educazione alle differenze e sulla campagna di "terrore" che alcuni genitori e associazioni cattoliche hanno messo in campo per "fronteggiare" l'avanzata dell'ideologia del genere.
Nella nostra idea di scuola laica, pubblica e inclusiva, l'educazione alle differenze dovrebbe essere la base da cui partire per programmare la didattica e tutte le attività scolastiche, non un'accessorio.
C'è bisogno di una scuola che accolga tutte le differenze (di orientamento sessuale, diversa religione, cultura, etnia, diversa abilità) e che educhi al rispetto, alla cooperazione, alla solidarietà e prepari i nostri figli e le nostre figlie a essere cittadini e cittadine del mondo.
La Rete Laica Lerici riunisce un panorama variegato di cittadine e cittadini del Comune di Lerici e dintorni, che credono in una società laica e plurale, dove le differenze non siano additate e discriminate ma considerate una ricchezza. RETE LAICA LERICI si propone come luogo di discussione e costruzione di iniziative sulla laicità, ed é impegnata nell'educazione alle differenze come prevenzione/contrasto alle discriminazioni sociali.
In questo contesto, ci sentiamo molto preoccupati per il clima di caccia alle streghe che si respira in tutta Italia, e anche nel nostro comune, circa il presunto insegnamento di una ancor più presunta “ideologia gender” nelle scuole o la visione terroristica di una proposta di legge molto blanda (il disegno di legge “Scalfarotto), che altro non è che l’estensione del cosidetto “decreto Mancino” del 1975, alle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale di una persona.
In tal senso vorremmo fare alcune precisazioni, perchè riteniamo che questo clima sia generato da una cattiva informazione, sia sulla proposta di legge, che sui progetti di educazione alle differenze (e non all’ideologia gender) che molti comuni italiani (Roma, Bologna, Torino, Pisa etc.) stanno sviluppando.
1. La proposta di legge Scalfarotto o DDL 1052 (e invitiamo coloro che non l’hanno letta a farlo, non sui blog, ma sul sito del senato: http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/41977.htm) amplia sostanzialmente l’articolo 3 della Mancino (legge 654 del 13 ottobre 1975) aggiungendo al comma 1), lettere a) e b) (in cui si puniscono coloro che diffondono idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale e chi incita alla discriminazione, o a commettere o commette atti di violenza o di provocazione alla violenza, nei confronti di persone perche' appartenenti ad un gruppo nazionale, etnico o razziale ed inoltre si vieta ogni organizzazione o associazione avente tra i suoi scopi di incitare all'odio o alla discriminazione razziale) le seguenti parole: «o fondati sull'omofobia o sulla transfobia»;
Nel DDL si specifica in oltre che “non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all'odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero anche se assunte all'interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all'attuazione dei princìpi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni». Lontano dunque dall’essere una legge liberticida, come definita da alcune associazioni cattoliche, non vi è alcuna traccia della “persecuzione” di persone che non sono d’accordo con i principi di valorizzazione delle diversità tutte, promossi dalle associazioni laiche e libertarie italiane ed internazionali
2. I numerosi progetti di educazione alle differenze (anche qui nessuna traccia di educazione all’“ideologia gender” di cui si straparla in giro) che si stanno realizzando in diverse scuole del territiorio italiano, spesso grazie ad iniziative patrocinate dagli assessorati alle pari opportunità dei comuni di riferimento, hanno come obbiettivo principale quello di prevenire la discriminazione e il bullismo nelle scuole o tra adulti. In questi progetti, personale altamente qualificato (psicologi, psicoterapeuti, sociologi, medici) cercano di formare gli insegnanti con appositi corsi che insegnino cos’è l’educazione al rispetto dei generi e delle differenze (di orientamento sessuale, diversa religione, cultura, etnia, diversa abilità) e a non non sottovalutare segnali di bullismo: quando si insulta un bimbo perché è sovrappeso, disabile, o perché ritiene di essere altro rispetto a quel che il riflesso del corpo gli dice di sé. In molti progetti si interagisce anche direttamnete con i bambini/e per combattere gli stereotipi sessisti trasmessi da molti libri e giocattoli.
In questo contesto, é emblematico l’allarme creato da alcuni genitori del comune di Lerici dopo che una maestra della scuola primaria di Lerici ha “permesso” ai bambini/e della sua classe di leggere il libro “Federico/a”.
Il libro in questione (ed. Giunti) è una piccola storia che racconta i pregiudizi degli adulti e le scelte dei bambini. I bambini Federico e Federica preferiscono provare tutti i giochi (Federica scopre che le piace giocare a calcio e a Federico fare lo chef) e colorare la loro stanza di tutti i colori dell’arcobaleno, quando i genitori preparano bambole e cameretta rosa per Federica, aeroplani, soldatini e cameretta azzurra per Federico.
Come commenta l’autrice del libro:
“Femmine e maschi, nel nostro paese, crescono in un ambiente familiare e sociale che allestisce due scenari di vita differenti per le une e per gli altri: fin dalla nascita (e spesso ancor prima, già nel periodo dell’attesa della figlia/del figlio) gli adulti cominciano a tessere intorno alle bambine un mondo rosa pastello all’interno del quale si possono svolgere solo certe attività e praticare solo determinati giochi e sport.Processo analogo coinvolge i bambini che sono addestrati a vivere nel loro mondo azzurro dove sono banditi giochi, colori, atteggiamenti propri dell’altro sesso. La preferenza per il rosa e l’azzurro viene alla fine confusa come un attitudine naturale, quando invece è un evidente prodotto culturale.”
Se la grossa preoccupazione di questi genitori è che i loro figli diventino omosessuali, come se si “ammalassero” leggendo questi libri o giocando con giocattoli “da femmine” o “da maschi” rispondiamo non preoccupatevi, non cedete al pregiudizio, informatevi. Nei paesi del nord Europa ma anche nella vicina Spagna, il “gioco simbolico” è pratica comune tra i bambini/e e considerato fondamentale per lo sviluppo. Il bambino imita indistintamente ciò che vede fare attorno a lui ed é del tutto naturale che ogni bimbo, femmina o maschio che sia, voglia giocare a cucinare, semplicemente perché qualcuno che lo fa per lui c’è sempre, e spesso sarà la mamma, la nonna, ma anche il papà! Lo stesso vale per altre attività di casa come stirare, stendere i panni, avvitare un bullone o sostituire una lampadina.
Esistono molti progetti di educazione alle differenze nel panorama italiano che rispondono all’evoluzione culturale dell’Europa del terzo millennio. Il Parlamento Europeo sta attualmente studiando misure finalizzate alla lotta alle discriminazioni basate, tra l'altro, sull'orientamento sessuale promuovendo il principio dell'uguaglianza (vedi carta dei diritti fondamentali - paragrafo 1 dell'articolo 21) che vieta "qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle, l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali".
Con questo comunicato invitiamo la cittadinanza ad un esame critico dei pregiudizi che oggi creano questi “allarmi” con l’augurio di distensione, la RETE LAICA LERICI é disponibile al confronto informato su questi temi.
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