Vi lascio la mia personale riflessione sull'accaduto perchè veramente non ho più parole per dire della mia rabbia, del mio sconforto, dell'indignazione.
Scuola – è un argomento complesso che coinvolge molteplici aspetti:
dall’idoneità di un edificio, alla rete di infrastrutture che lo collegano al
resto del mondo, alla salute e la sicurezza dei bambini in generale,
dall’offerta didattica alla visione del futuro di un paese. Per questo motivo
qualsiasi decisione sulla scuola di Tellaro avrebbe dovuto richiedere
un’analisi complessiva di tutti gli elementi che concorrono alla definizione
del quadro. Tra questi per Tellaro la questione della sicurezza della strada. Solo
un ingenuo, o qualcuno in mala fede, non poteva immaginare che la frana sarebbe
venuta alla ribalta come “colpo di coda” di tutte le persone che si sono a
vario titolo opposte alla riapertura di questa scuola. Alla luce del fatto che
gli elementi di insicurezza che oggi impediscono la riapertura della scuola
erano noti già a maggio – se non prima (vedi dichiarazioni fatte nell’assemblea
pubblica del 7/05/2013, le segnalazioni dei comitato di frazione e dei
cittadini) quello che è accaduto si poteva evitare e quindi, non è solo il
frutto di una gravissima negligenza e superficialità, ma anche il risultato
della precisa volontà non solo di non riaprire questa scuola ma di decretarne
la sua definitiva morte. Se analizziamo alla luce di quanto accaduto la
dichiarazione di Sindaco e Assessore del 23 di giugno in cui annunciavano
l’apertura, perché non sussistevano motivi per la sua chiusura, comprendiamo il
senso di quanto ci è stato oscuro e non privo di interrogativi allora. Tutto
ciò ha avuto il senso di fare esplodere nuovamente il caso Tellaro, in un
momento in cui grazie al lavoro dei comitati sorti in difesa delle scuole della
Serra e di Tellaro si stavano affermando nell’opinione pubblica contenuti
importanti relativi al valore pedagogico , educativo e sociale di queste
scuole. Ha avuto il senso di oscurare questi contenuti, di fare ri-esplodere il
conflitto tra genitori/frazioni, e di spostare l’attenzione un’altra volta su questioni materiali (le scale,
la palestra, l’accesso ai disabili – su cui per altro l’amministrazione, i
cittadini e i comitati avevano dato risposte e soluzioni già al 31 agosto del
2012 ovvero un anno fa). Ha avuto il senso di fare tacere noi - i comitati - che ci siamo ingenuamente fidati
delle dichiarazioni sull’apertura,e ci siamo messi nell’ottica di collaborare
con l’amministrazione e la direzione scolastica per la buona riuscita di una
scelta che riconoscevamo difficile e affrettata (offerte fatte attraverso
lettere scritte e protocollate, alle quali non avete avuto neanche la cortesia
di una risposta - no grazie non ci interessa). Ha avuto il senso di dare alla
Preside e al Consiglio d’Istituto un’enorme spazio di espressione e potere: non
solo il Consiglio d’Istituto si è schierato apertamente contro la scuola di
Tellaro (una posizione gravissima poiché espressa da un organo che dovrebbe non
schierarsi a favore o contro una scuola) ma la Preside ha anche scavalcato il
Comune (ai tempi in cui sembrava propenso a riaprire Tellaro) offrendo, ai
genitori che avevano minacciato il ritiro dei loro figli, una classe a Lerici
tutta per loro. Ha avuto il senso di fare cambiare l’interlocutore da chi si
stava battendo per difendere due scuole a chi si stava battendo per fare
chiudere una scuola (sono prospettive e obiettivi molto diversi!).
Se questo era
nei vostri progetti o se questo è solo quello che è successo poco importa. Il
vostro comportamento sulla questione scuola è inqualificabile e lesivo della dignità
delle persone.
E’ offensivo
dell’intelligenza delle persone dare un annuncio con tanta leggerezza cui fare
seguire la decisione di non aprire a tre settimane dall’inizio della scuola
(l’avevate fatto l’anno scorso, nessuno avrebbe pensato che eravate capaci di
rifarlo quest’anno). E sono altrettanto offensive le motivazioni addotte.
E’
inqualificabile lasciare famiglie, bambini e bambine, in attesa di sapere dove
andranno a scuola per un’estate intera. Questo genera confusione, disagio,
sentimenti che non aiutano la civile convivenza tra le persone.
E’
inammissibile, e anche pericoloso, aver mantenuto due mesi di silenzio
istituzionale sul tema scuola (nessun atto scritto, una delibera, una lettera) mentre
il dibattito impazzava sulla stampa e su fb.
E’
antidemocratico convocare riunioni a porte chiuse con i genitori di San Terenzo
o con i Comitati di frazione su un tema che riguarda tutti e sul quale vi
eravate impegnati a intraprendere un percorso partecipato. Anche in assenza di
soldi per finanziarlo bastava dare un segnale di volontà rispetto alla
partecipazione dei cittadini a questa scelta. Vi dovevate dare un codice di
comportamento: solo incontri pubblici aperti a tutti!
E invece il
conflitto tra frazioni/genitori voi lo avete cavalcato e alimentato con le
vostri prassi che non prevedono confronto e dialogo né con i cittadini né tra
di voi. Dove si è mai visto che parti in conflitto non vengano mai convocate
attorno allo stesso tavolo? Come si sana un conflitto se non si pongono le basi
per una mediazione? Come si può prendere una decisione seria su un tema
importante come la scuola se, a detta di alcuni esponenti di questa maggioranza
(Fedi e Fiore), voi per mesi non
avete parlato della scuola e che forse poco vi parlate di tutto? Vi sembra
un’immagine edificante della vostra esperienza politica? E siccome la politica
è anche buon esempio, la vostra politica si riflette tragicamente nella
comunità delle persone che dovreste amministrare, una comunità disgregata fatta
di gruppi chiusi e orientata su scelte individuali, personali, tornaconti e
nessuna vocazione alla difesa dei suoi beni comuni (la scuola, il paesaggio).
Nessuno vi
aveva chiesto di decidere adesso sulla scuola di Tellaro, e nessuno di noi si
aspettava questa decisione adesso. C’era ancora un po’ di tempo (almeno fino gennaio
2014) per fare partire le pre-iscrizioni offrendo una prima elementare a tempo
pieno a Tellaro con le reti svuotate dai sassi e i pali messi a posto. Un po’
di tempo durante il quale fare partire il percorso partecipato, farsi carico di
mediare un conflitto esploso dentro la vostra comunità, lavorare bene a un
progetto che poteva guardare al futuro. Ma non erano questi i vostri progetti e
non avete avuto il coraggio di dirlo. Usare come pretesto, per chiudere la
scuola, la mancanza di garanzia sulla sicurezza e percorribilità permanente di
una strada interessata da un dissesto significa non dargli alcuna possibilità di
riaprire oppure significa che stiamo entrando in una nuova era del pensiero
scientifico che concepisce “la terra come immobile” e individua nella Provincia
l’ente preposto a questo tipo di certificazioni. Penso che se chiedessimo una
simile certificazione per tutte le strade del nostro comune pochissime
riuscirebbero ad ottenerla.
E poi non potete
nascondervi dietro un dito: sapete benissimo che le vostre affermazioni hanno
avuto e avranno la capacità di diffondere tra i cittadini una sensazione di
insicurezza. Perché se tutti sappiamo che in caso di lavori sulla frana, la
strada si chiude e si usa quella del Golden Beach (quindi si parla di disagi ma
non di interruzione delle attività tra cui rientra anche quella di una scuola),
nessuno può sapere quale pioggia, quale carico di massi nelle reti, quale
scossa sismica e soprattutto quando uno di questi eventi scatenanti possa
mettere a rischio la nostra stessa incolumità. Quindi voi la mettete facile “ci
sono da fare dei lavori perché dobbiamo creare dei disagi ai bambini che vanno
a scuola” ma le vostre affermazioni minano la serenità e la sicurezza di una
comunità e di tutte le persone che scelgono di venire a Tellaro. Ve ne rendete
conto o no?
Nel vostro
operato c’è un elemento di continuità che riguarda la comunicazione. Comunicate
in modo apparentemente estemporaneo (vedi dichiarazione della riapertura e
della mancanza di sicurezza sulla strada) scatenando bufere nell’opinione
pubbliche oppure non comunicate lasciando un vuoto di parole istituzionali che
viene riempito da chi ha maggiore capacità di stare sulla stampa o nei social
network. E’ gravissimo quanto
successo pochi giorni fa quando non avete ritenuto importante prendere una
posizione in merito all’articolo in cui si paragonavano la Serra e Tellaro a
lager ovvero luoghi dove i bambini venivano deportati. Una ferita inferta a due
comunità di cui non avete ritenuto importante occuparvi. Indipendentemente dal
diritto di cronaca della giornalista, e da chi e in quale luogo sia stata
pronunciata quell’espressione, si tratta di una pagina tristissima della vostra
amministrazione. Il vostro silenzio è pesato ancora di più di quelle parole che
rimuovono il dolore di una storia, la nostra, cui dovremmo rivolgerci ancora
con rispetto. Interrogato su questo lei ha risposto di essere stato in ferie in
quei giorni….ma le sembra una risposta? è possibile che non ci sia un
responsabile alla comunicazione in comune? O che un suo collaboratore o
l’assessore Tartarini non l’abbia avvertita della necessità di intervenire.
Anch’io ero in vacanza quando mi hanno detto che le mie parole su fb avevano
offeso la Tartarini e la Preside. Dall’Elba, mi sono presa il tempo di scrivere
un messaggio di chiarimento che ho dettato a un’altra mamma e che lei a
pubblicato su fb. Agendo così, Lei e tutta la sua Giunta (a esclusione di
rifondazione che ha scritto un comunicato e ha convocato un’assemblea a
Tellaro) avete deliberatamente mancato di rispetto alle comunità di Tellaro e
della Serra e ne avete calpestato la dignità.
Ma non è stato
solo questo a ferire questa comunità è stato anche l’essere stati di fatto
discriminati rispetto agli abitanti di altre frazioni. Dalle sue
affermazioni si evince che, per Lei e la sua Giunta, il problema della
sicurezza ha sfumature diverse se a esserne coinvolti sono bambini che vengono
da una frazione rispetto a quelli che vivono nel paese interessato dal
dissesto. Quando lei
Signor Sindaco l’altro giorno mi chiedeva di mettermi nei panni dei genitori di
San Terenzo, io le ho risposto che io ci sono nei panni di quei genitori e con
me tutte le persone che percorrono quella strada ogni giorno per portare i
figli a scuola, per andare a lavorare insieme a quelli che vengono a Tellaro
per lavoro, vita e turismo. Ma lei sembrava non capire, la sua espressione era
quella di qualcuno che ritiene normale che poiché vivo a Tellaro devo subire dei
disagi oppure devo essere esposta a un rischio. Ma mi dispiace non è così, io e
tutti noi abbiamo vissuto e probabilmente dovremo ancora vivere dei disagi o in
una condizione che mette a rischio la nostra incolumità, perché alcune persone
non hanno fatto il loro dovere, non si sono prese le loro responsabilità, sono
state negligenti e superficiali. E
visto che non siamo una comunità autarchica o anarchica e che non siamo noi a
gestire e amministrare il nostro territorio, ma siete voi, io pretendo da lei e
dalla sua amministrazione che il mio disagio (o il rischio cui io sono esposta)
abbia lo stesso peso, la stessa importanza, la stessa dignità di attenzione,
del disagio o della incolumità di qualsiasi altro cittadino di questo Comune.
Ma così non è o non sembra essere così, perché noi possiamo stare con le reti
piene di detriti e con tre pali che reggono il cielo per mesi prima che
qualcuno se ne occupi. Mentre si corre ai ripari subito solo all’ipotesi che
persone che non vivono qui possano essere esposte a questo rischio o debbano
subire il disagio di una strada chiusa (che per altro dovrebbe essere limitato
dall’uso della strada del Golden Beach!).
Fino a prova
contraria lei è il Sindaco di tutti i cittadini e che, ancora oggi, i cittadini
sono tutti uguali. Io mi sono sentita offesa e discriminata dalle sue
dichiarazioni.
Infine rimane
sullo sfondo ad accentuare l’amaro in bocca la sensazione della beffa,
dell’essere stati presi in giro e, ancor più difficile da accettare, di essersi
fatti prendere in giro continuamente: dall’annuncio della chiusura dopo
l’annunciata apertura, dallo scoprire che transitiamo quotidianamente su una
strada per le quali non esistono garanzie di sicurezza e percorribilità
permanenti, dall’essere uno dei borgo più belli d’italia senza servizi e
prospettive per il futuro .
Poi arriviamo all’ultimo tema: la frana.
Che cosa si
deve dire di una frana che è capitata in una località dal nome evocativo “La
lama” e che ha interessato un versante già franato negli anni 60 e che molti
abitanti di Tellaro ricordano (memoria d’uomo). Che quello è un luogo che ha
storicamente una forte propensione al dissesto, come altre parti di questo
bellissimo territorio. Che cosa si deve dire di un comune che al 2010 non
aggiornava da almeno 10 anni le carte di suscettività al dissesto
idrogeologico? Che è un Comune che sottovaluta questo fenomeno/rischio e che non svolge una delle sue funzioni
principali governare il territorio e garantire la sicurezza dei suoi cittadini.
Della nostra
frana del 22 e 23 dicembre 2010 si può dire che un milione di euro (soldi
pubblici) sono stati trovati (subito per fortuna!) e spesi per fare un progetto
(da un professionista incaricato dalla Provincia) che ha messo in perfetta
sicurezza il muro di contenimento della frana ma che non ha veramente
provveduto alla sistemazione del versante: non sono state regimate le acque
superficiali (e secondo me neanche quelle profonde?) non è stato installato un
sistema di monitoraggio dei movimenti. Un progetto che si è basato su una
relazione geologica che non ha previsto l’esecuzione di prove in situ perché di
difficile esecuzione e che non ha “preso in esame tecniche di protezione del
terreno denudato dalle frane poiché ricadenti in proprietà private”.
Si può dire che
a meno di un anno dalla sua inaugurazione tre pali sono saltati e le reti sono
piene di detrito. Che le reti siano piene di detrito può anche essere normale,
a patto che qualcuno le venga a scaricare, ma che saltino tre pali è assurdo.
Sono stati infissi a mò di ombrellone?
Le domande
sono: perché la Regione, che ha messo i soldi, non ha verificato che i nostri
soldi venissero spesi per un progetto che oltre alla messa in sicurezza di un
muro garantisse anche la prevenzione/previsione di altri fenomeni a fronte di
una spesa assolutamente sostenibile nel budget consistente a disposizione?
Perché la
Provincia non ha sorvegliato sulla corretta esecuzione dei lavori? E perché
alla luce della cattiva esecuzione non ha richiamato immediatamente la ditta
per mettere a posto (i lavori non hanno forme di garanzia)? Perché la Provincia
non è venuta a fare periodicamente la manutenzione delle reti?
Perché il
comune e in particolare il Sindaco, che è l’autorità comunale di protezione
civile, e il vice sindaco, che ha la delega sul territorio, non ha fatto
sorveglianza attiva, segnalato e sollecitato gli enti preposti alla sicurezza
del tratto di strada a intervenire?
Le risposte le
chiedo a voi. Posso solo dirvi che tutto questo ai miei occhi di semplice
cittadina rappresenta non solo una totale incapacità di governo del territorio
ma anche un eccellente esempio di pessima amministrazione, di un cattivo uso
del denaro pubblico e di una negligenza che in questo caso sconfina nel dolo.
Io credo che questa comunità debba essere risarcita, quanto meno moralmente,
attraverso il riconoscimento formale della vostra inadempienza.
Maria Carla
Centineo
28 agosto 2013
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