RIFLESSIONI, SPUNTI, RIFERIMENTI PER LA NOSTRA BATTAGLIA IN DIFESA DELLE PICCOLE SCUOLE DEL COMUNE DI LERICI

lunedì 16 settembre 2013

scuola chiusa per frana

E ora veniamo alle dolenti note, a quello che è successo nell'ultimo mese e che trovate ampiamente documentato nella nostra pagina fb. Alla dichiarazione del 23 giugno in cui si annunciava la riapertura della scuola di Tellaro, sono seguiti due lunghi mesi di silenzio da parte dell'amministrazione (nessun atto ufficiale, nessuna presa di posizione sulla stampa o nei social network) mentre fuori infuriava la bufera. Due mesi in cui la scuola di Tellaro, e la sua comunità insieme alla comunità-scuola sorella della Serra, hanno subito attacchi feroci e ingiustificati da parte di chi si è sempre opposto alla sua riapertura: i genitori dei bambini che frequentano la scuola a tempo pieno a San Terenzo, e il mondo della scuola (Preside, docenti, Consiglio d'Istituto). In questo tempo abbiamo tentato di fare sentire la nostra voce, ma siamo state confinate nel silenzio. Per molto tempo non abbiamo capito il senso di tutto questo, fino a quando il 23 agosto non è giunta la dichiarazione del Sindaco che annunciava che la scuola di Tellaro non sarebbe stata riaperta in assenza di garanzie sufficienti sulla sicurezza e percorribilità permanente della strada provinciale (unica via di accesso e uscita da Tellaro). Questa dichiarazione ha fatto esplodere la rabbia e l'indignazione di molti, per fortuna, e nonostante la scusa addotta sia stata smentita subito dalla Provincia (responsabile titolare della strada) l'Amministrazione ha continuato a sostenere la scelta di chiudere la scuola di Tellaro per non arrecare disagio ai bambini che devono venire a scuola da altre frazioni.
Vi lascio la mia personale riflessione sull'accaduto perchè veramente non ho più parole per dire della mia rabbia, del mio sconforto, dell'indignazione. 


Scuola – è un argomento complesso che coinvolge molteplici aspetti: dall’idoneità di un edificio, alla rete di infrastrutture che lo collegano al resto del mondo, alla salute e la sicurezza dei bambini in generale, dall’offerta didattica alla visione del futuro di un paese. Per questo motivo qualsiasi decisione sulla scuola di Tellaro avrebbe dovuto richiedere un’analisi complessiva di tutti gli elementi che concorrono alla definizione del quadro. Tra questi per Tellaro la questione della sicurezza della strada. Solo un ingenuo, o qualcuno in mala fede, non poteva immaginare che la frana sarebbe venuta alla ribalta come “colpo di coda” di tutte le persone che si sono a vario titolo opposte alla riapertura di questa scuola. Alla luce del fatto che gli elementi di insicurezza che oggi impediscono la riapertura della scuola erano noti già a maggio – se non prima (vedi dichiarazioni fatte nell’assemblea pubblica del 7/05/2013, le segnalazioni dei comitato di frazione e dei cittadini) quello che è accaduto si poteva evitare e quindi, non è solo il frutto di una gravissima negligenza e superficialità, ma anche il risultato della precisa volontà non solo di non riaprire questa scuola ma di decretarne la sua definitiva morte. Se analizziamo alla luce di quanto accaduto la dichiarazione di Sindaco e Assessore del 23 di giugno in cui annunciavano l’apertura, perché non sussistevano motivi per la sua chiusura, comprendiamo il senso di quanto ci è stato oscuro e non privo di interrogativi allora. Tutto ciò ha avuto il senso di fare esplodere nuovamente il caso Tellaro, in un momento in cui grazie al lavoro dei comitati sorti in difesa delle scuole della Serra e di Tellaro si stavano affermando nell’opinione pubblica contenuti importanti relativi al valore pedagogico , educativo e sociale di queste scuole. Ha avuto il senso di oscurare questi contenuti, di fare ri-esplodere il conflitto tra genitori/frazioni, e di spostare  l’attenzione un’altra volta su questioni materiali (le scale, la palestra, l’accesso ai disabili – su cui per altro l’amministrazione, i cittadini e i comitati avevano dato risposte e soluzioni già al 31 agosto del 2012 ovvero un anno fa). Ha avuto il senso di fare tacere noi - i comitati  - che ci siamo ingenuamente fidati delle dichiarazioni sull’apertura,e ci siamo messi nell’ottica di collaborare con l’amministrazione e la direzione scolastica per la buona riuscita di una scelta che riconoscevamo difficile e affrettata (offerte fatte attraverso lettere scritte e protocollate, alle quali non avete avuto neanche la cortesia di una risposta - no grazie non ci interessa). Ha avuto il senso di dare alla Preside e al Consiglio d’Istituto un’enorme spazio di espressione e potere: non solo il Consiglio d’Istituto si è schierato apertamente contro la scuola di Tellaro (una posizione gravissima poiché espressa da un organo che dovrebbe non schierarsi a favore o contro una scuola) ma la Preside ha anche scavalcato il Comune (ai tempi in cui sembrava propenso a riaprire Tellaro) offrendo, ai genitori che avevano minacciato il ritiro dei loro figli, una classe a Lerici tutta per loro. Ha avuto il senso di fare cambiare l’interlocutore da chi si stava battendo per difendere due scuole a chi si stava battendo per fare chiudere una scuola (sono prospettive e obiettivi molto diversi!).
Se questo era nei vostri progetti o se questo è solo quello che è successo poco importa. Il vostro comportamento sulla questione scuola è inqualificabile e lesivo della dignità delle persone.
E’ offensivo dell’intelligenza delle persone dare un annuncio con tanta leggerezza cui fare seguire la decisione di non aprire a tre settimane dall’inizio della scuola (l’avevate fatto l’anno scorso, nessuno avrebbe pensato che eravate capaci di rifarlo quest’anno). E sono altrettanto offensive le motivazioni addotte.

E’ inqualificabile lasciare famiglie, bambini e bambine, in attesa di sapere dove andranno a scuola per un’estate intera. Questo genera confusione, disagio, sentimenti che non aiutano la civile convivenza tra le persone.  
E’ inammissibile, e anche pericoloso, aver mantenuto due mesi di silenzio istituzionale sul tema scuola (nessun atto scritto, una delibera, una lettera) mentre il dibattito impazzava sulla stampa e su fb.
E’ antidemocratico convocare riunioni a porte chiuse con i genitori di San Terenzo o con i Comitati di frazione su un tema che riguarda tutti e sul quale vi eravate impegnati a intraprendere un percorso partecipato. Anche in assenza di soldi per finanziarlo bastava dare un segnale di volontà rispetto alla partecipazione dei cittadini a questa scelta. Vi dovevate dare un codice di comportamento: solo incontri pubblici aperti a tutti!
E invece il conflitto tra frazioni/genitori voi lo avete cavalcato e alimentato con le vostri prassi che non prevedono confronto e dialogo né con i cittadini né tra di voi. Dove si è mai visto che parti in conflitto non vengano mai convocate attorno allo stesso tavolo? Come si sana un conflitto se non si pongono le basi per una mediazione? Come si può prendere una decisione seria su un tema importante come la scuola se, a detta di alcuni esponenti di questa maggioranza (Fedi e Fiore),  voi per mesi non avete parlato della scuola e che forse poco vi parlate di tutto? Vi sembra un’immagine edificante della vostra esperienza politica? E siccome la politica è anche buon esempio, la vostra politica si riflette tragicamente nella comunità delle persone che dovreste amministrare, una comunità disgregata fatta di gruppi chiusi e orientata su scelte individuali, personali, tornaconti e nessuna vocazione alla difesa dei suoi beni comuni (la scuola, il paesaggio).
Nessuno vi aveva chiesto di decidere adesso sulla scuola di Tellaro, e nessuno di noi si aspettava questa decisione adesso. C’era ancora un po’ di tempo (almeno fino gennaio 2014) per fare partire le pre-iscrizioni offrendo una prima elementare a tempo pieno a Tellaro con le reti svuotate dai sassi e i pali messi a posto. Un po’ di tempo durante il quale fare partire il percorso partecipato, farsi carico di mediare un conflitto esploso dentro la vostra comunità, lavorare bene a un progetto che poteva guardare al futuro. Ma non erano questi i vostri progetti e non avete avuto il coraggio di dirlo. Usare come pretesto, per chiudere la scuola, la mancanza di garanzia sulla sicurezza e percorribilità permanente di una strada interessata da un dissesto significa non dargli alcuna possibilità di riaprire oppure significa che stiamo entrando in una nuova era del pensiero scientifico che concepisce “la terra come immobile” e individua nella Provincia l’ente preposto a questo tipo di certificazioni. Penso che se chiedessimo una simile certificazione per tutte le strade del nostro comune pochissime riuscirebbero ad ottenerla.
E poi non potete nascondervi dietro un dito: sapete benissimo che le vostre affermazioni hanno avuto e avranno la capacità di diffondere tra i cittadini una sensazione di insicurezza. Perché se tutti sappiamo che in caso di lavori sulla frana, la strada si chiude e si usa quella del Golden Beach (quindi si parla di disagi ma non di interruzione delle attività tra cui rientra anche quella di una scuola), nessuno può sapere quale pioggia, quale carico di massi nelle reti, quale scossa sismica e soprattutto quando uno di questi eventi scatenanti possa mettere a rischio la nostra stessa incolumità. Quindi voi la mettete facile “ci sono da fare dei lavori perché dobbiamo creare dei disagi ai bambini che vanno a scuola” ma le vostre affermazioni minano la serenità e la sicurezza di una comunità e di tutte le persone che scelgono di venire a Tellaro. Ve ne rendete conto o no?

Nel vostro operato c’è un elemento di continuità che riguarda la comunicazione. Comunicate in modo apparentemente estemporaneo (vedi dichiarazione della riapertura e della mancanza di sicurezza sulla strada) scatenando bufere nell’opinione pubbliche oppure non comunicate lasciando un vuoto di parole istituzionali che viene riempito da chi ha maggiore capacità di stare sulla stampa o nei social network. E’ gravissimo quanto successo pochi giorni fa quando non avete ritenuto importante prendere una posizione in merito all’articolo in cui si paragonavano la Serra e Tellaro a lager ovvero luoghi dove i bambini venivano deportati. Una ferita inferta a due comunità di cui non avete ritenuto importante occuparvi. Indipendentemente dal diritto di cronaca della giornalista, e da chi e in quale luogo sia stata pronunciata quell’espressione, si tratta di una pagina tristissima della vostra amministrazione. Il vostro silenzio è pesato ancora di più di quelle parole che rimuovono il dolore di una storia, la nostra, cui dovremmo rivolgerci ancora con rispetto. Interrogato su questo lei ha risposto di essere stato in ferie in quei giorni….ma le sembra una risposta? è possibile che non ci sia un responsabile alla comunicazione in comune? O che un suo collaboratore o l’assessore Tartarini non l’abbia avvertita della necessità di intervenire. Anch’io ero in vacanza quando mi hanno detto che le mie parole su fb avevano offeso la Tartarini e la Preside. Dall’Elba, mi sono presa il tempo di scrivere un messaggio di chiarimento che ho dettato a un’altra mamma e che lei a pubblicato su fb. Agendo così, Lei e tutta la sua Giunta (a esclusione di rifondazione che ha scritto un comunicato e ha convocato un’assemblea a Tellaro) avete deliberatamente mancato di rispetto alle comunità di Tellaro e della Serra e ne avete calpestato la dignità.
Ma non è stato solo questo a ferire questa comunità è stato anche l’essere stati di fatto discriminati rispetto agli abitanti di altre frazioni. Dalle sue affermazioni si evince che, per Lei e la sua Giunta, il problema della sicurezza ha sfumature diverse se a esserne coinvolti sono bambini che vengono da una frazione rispetto a quelli che vivono nel paese interessato dal dissesto. Quando lei Signor Sindaco l’altro giorno mi chiedeva di mettermi nei panni dei genitori di San Terenzo, io le ho risposto che io ci sono nei panni di quei genitori e con me tutte le persone che percorrono quella strada ogni giorno per portare i figli a scuola, per andare a lavorare insieme a quelli che vengono a Tellaro per lavoro, vita e turismo. Ma lei sembrava non capire, la sua espressione era quella di qualcuno che ritiene normale che poiché vivo a Tellaro devo subire dei disagi oppure devo essere esposta a un rischio. Ma mi dispiace non è così, io e tutti noi abbiamo vissuto e probabilmente dovremo ancora vivere dei disagi o in una condizione che mette a rischio la nostra incolumità, perché alcune persone non hanno fatto il loro dovere, non si sono prese le loro responsabilità, sono state negligenti e superficiali.  E visto che non siamo una comunità autarchica o anarchica e che non siamo noi a gestire e amministrare il nostro territorio, ma siete voi, io pretendo da lei e dalla sua amministrazione che il mio disagio (o il rischio cui io sono esposta) abbia lo stesso peso, la stessa importanza, la stessa dignità di attenzione, del disagio o della incolumità di qualsiasi altro cittadino di questo Comune. Ma così non è o non sembra essere così, perché noi possiamo stare con le reti piene di detriti e con tre pali che reggono il cielo per mesi prima che qualcuno se ne occupi. Mentre si corre ai ripari subito solo all’ipotesi che persone che non vivono qui possano essere esposte a questo rischio o debbano subire il disagio di una strada chiusa (che per altro dovrebbe essere limitato dall’uso della strada del Golden Beach!). 
Fino a prova contraria lei è il Sindaco di tutti i cittadini e che, ancora oggi, i cittadini sono tutti uguali. Io mi sono sentita offesa e discriminata dalle sue dichiarazioni. 
Infine rimane sullo sfondo ad accentuare l’amaro in bocca la sensazione della beffa, dell’essere stati presi in giro e, ancor più difficile da accettare, di essersi fatti prendere in giro continuamente: dall’annuncio della chiusura dopo l’annunciata apertura, dallo scoprire che transitiamo quotidianamente su una strada per le quali non esistono garanzie di sicurezza e percorribilità permanenti, dall’essere uno dei borgo più belli d’italia senza servizi e prospettive per il futuro .
Poi arriviamo all’ultimo tema: la frana. 
Che cosa si deve dire di una frana che è capitata in una località dal nome evocativo “La lama” e che ha interessato un versante già franato negli anni 60 e che molti abitanti di Tellaro ricordano (memoria d’uomo). Che quello è un luogo che ha storicamente una forte propensione al dissesto, come altre parti di questo bellissimo territorio. Che cosa si deve dire di un comune che al 2010 non aggiornava da almeno 10 anni le carte di suscettività al dissesto idrogeologico? Che è un Comune che sottovaluta questo fenomeno/rischio  e che non svolge una delle sue funzioni principali governare il territorio e garantire la sicurezza dei suoi cittadini.
Della nostra frana del 22 e 23 dicembre 2010 si può dire che un milione di euro (soldi pubblici) sono stati trovati (subito per fortuna!) e spesi per fare un progetto (da un professionista incaricato dalla Provincia) che ha messo in perfetta sicurezza il muro di contenimento della frana ma che non ha veramente provveduto alla sistemazione del versante: non sono state regimate le acque superficiali (e secondo me neanche quelle profonde?) non è stato installato un sistema di monitoraggio dei movimenti. Un progetto che si è basato su una relazione geologica che non ha previsto l’esecuzione di prove in situ perché di difficile esecuzione e che non ha “preso in esame tecniche di protezione del terreno denudato dalle frane poiché ricadenti in proprietà private”.
Si può dire che a meno di un anno dalla sua inaugurazione tre pali sono saltati e le reti sono piene di detrito. Che le reti siano piene di detrito può anche essere normale, a patto che qualcuno le venga a scaricare, ma che saltino tre pali è assurdo. Sono stati infissi a mò di ombrellone?
Le domande sono: perché la Regione, che ha messo i soldi, non ha verificato che i nostri soldi venissero spesi per un progetto che oltre alla messa in sicurezza di un muro garantisse anche la prevenzione/previsione di altri fenomeni a fronte di una spesa assolutamente sostenibile nel budget consistente a disposizione?
Perché la Provincia non ha sorvegliato sulla corretta esecuzione dei lavori? E perché alla luce della cattiva esecuzione non ha richiamato immediatamente la ditta per mettere a posto (i lavori non hanno forme di garanzia)? Perché la Provincia non è venuta a fare periodicamente la manutenzione delle reti?
Perché il comune e in particolare il Sindaco, che è l’autorità comunale di protezione civile, e il vice sindaco, che ha la delega sul territorio, non ha fatto sorveglianza attiva, segnalato e sollecitato gli enti preposti alla sicurezza del tratto di strada a intervenire?
Le risposte le chiedo a voi. Posso solo dirvi che tutto questo ai miei occhi di semplice cittadina rappresenta non solo una totale incapacità di governo del territorio ma anche un eccellente esempio di pessima amministrazione, di un cattivo uso del denaro pubblico e di una negligenza che in questo caso sconfina nel dolo. Io credo che questa comunità debba essere risarcita, quanto meno moralmente, attraverso il riconoscimento formale della vostra inadempienza.

Maria Carla Centineo
28 agosto 2013

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