Egregia Ministra,
le scriviamo
per proseguire un discorso che si è interrotto. Chi scrive è la portavoce
dell’associazione “Le mamme del momento” di Tellaro e il comitato “Pro Scuola
La Serra” e ci siamo incontrate alla Spezia, venerdi 29 novembre, nel corso
della conferenza organizzata dall’associazione Mediterraneo. Una conferenza
molto interessante in cui sono emerse proposte di cui ci piacerebbe sentire
ancora parlare. Per ragioni di tempo non ho potuto concludere l’intervento
preparato dai Comitati e per questo le ho lasciato una copia. Ci piacerebbe
conoscere il Suo parere in merito alle questioni sollevate dall’intervento e,
con questa lettera, La invitiamo a risponderci.
Ne approfittiamo
per aggiungere solo qualche altro elemento:
-
i
nostri movimenti coinvolgono tanti genitori e cittadini uniti dalla convinzione
che la scuola sia un bene comune;
-
il
tempo pieno del Comune di Lerici è nato nel 1976 nella scuola elementare di
Tellaro ed è sempre stato collocato, a Tellaro e alla Serra, con soddisfazione
sia degli alunni e dei genitori sia della Dirigenza scolastica e
dell’Amministrazione. Cosa oggi rende queste scuole non più idonee al progetto
scolastico ed educativo del Comune di Lerici ci è oscuro;
-
le
scuole che difendiamo non hanno pochi bambini, ad esempio la prima elementare
della Serra è popolata quest’anno da ventitre alunni ma il calo demografico e
il relativo problema della diminuzione del numero di alunni, è utilizzato per giustificare
la scelta di chiudere le piccole scuole;
-
le
piccole scuole del Comune di Lerici per noi rappresentano (e lo hanno
ampiamente dimostrato in questi anni) dei presidi di cultura e di socialità
fondamentali per la vita dei borghi e anche degli straordinari laboratori
didattici e pedagogici (e questo succede anche altrove come nella scuola di
Ponte Uso in Romagna il cui lavoro è stato paragonato nella rivista E.R scuola del 25/1/2013 a quello di Reggio Emilia Children,
anche da lei citato nell’incontro della Spezia);
-
il
problema dello spopolamento dei borghi è comune a tantissime realtà italiane e
non solo, siano esse di montagna o costiere. In Europa, soprattutto nelle zone
di confine il problema è stato affrontato in modo serio attraverso anche progetti
interregionali (vedi esempio dell’Alto Adige, Svizzera e Austria). Crediamo che
per invertire la tendenza dello spopolamento si debba investire nella garanzia
dei servizi essenziali nelle comunità “periferiche” a partire dalla scuola;
Infine accogliamo
con grande gioia la notizia dell’incarico conferito al Prof. Tullio De
Mauro per la presidenza della
Commissione di selezione Invalsi; per ripensare il sistema educativo italiano
abbiamo bisogni di talenti e competenze come quelle espresse dal Prof. De Mauro.
Grazie per
l’attenzione e cordiali saluti.
Le mamme del
momento Comitato
Pro scuola La Serra
Lerici, 6 dicembre 2013
Segue l’intervento della nostra portavoce per l’incontro del
29 novembre a La Spezia
Questo intervento è a nome dell’associazione Le mamme del
momento e del Comitato Pro scuola la Serra: movimenti sorti, da poco più di un
anno, a Tellaro e alla Serra, due borghi del vicino Comune di Lerici, in difesa
delle loro scuole. I Comitati hanno il sostegno anche dei rispettivi Comitati
di frazioni e degli abitanti dei borghi.
I movimenti sono nati in seguito alla decisione
dell’Amministrazione Comunale di Lerici, sostenuta dagli organi della scuola,
di chiudere la scuola di Tellaro e di mettere in discussione la vita della
scuola della Serra che con la prima condivide la gestione del tempo pieno.
L’amministrazione, nonostante le promesse elettorali, ha deciso di
intraprendere una riorganizzazione dei plessi scolastici in base a
considerazioni di natura quantitativa: pochi bambini, pochi soldi. Nessun
progetto culturale sembra stare alla base di questa volontà solo quello di
accorpare, semplificare sul fronte dell’organizzazione e risparmiare. Non
vogliamo minimizzare questi aspetti, ma da un anno chiediamo al comune di
progettare il nuovo assetto scolastico dentro un orizzonte diverso e
soprattutto di progettarlo insieme alla cittadinanza. Ed è su questo che
vorremmo una sua opinione.
Noi sosteniamo che, soprattutto alla luce di questa
condizione di “povertà” materiale che riguarda la scuola pubblica italiana nel
suo insieme, occorra investire nella qualità e le piccole scuole del Comune di
Lerici hanno rappresentato, per oltre 30 anni, il fiore all’occhiello
dell’Istituto Comprensivo.
Per
sostenere la nostra battaglia, ci siamo guardati intorno per capire se la
nostra battaglia fosse anacronistica o insostenibile. Abbiamo allora scoperto
che c’è in Italia (e anche nella provincia della Spezia – Aulla, Porto Venere,
Brugnato) una rete di piccole scuole (docenti e dirigenti), di pedagogisti, di
movimenti che sostengono come si sia impoverita la scuola e il tessuto sociale
accorpando, eliminando importanti presidi culturali. Abbiamo scoperto che
l’esperienza delle nostre piccole scuole è in linea con le ultime indicazioni
ministeriali e con i metodi della pedagogia esperienziale della natura (outdoor
education) e della scuola ecologica di Gianfranco Zavalloni. Esperienze,
principi e metodi di cui si discute molto in Italia, come in un recente
convegno a Bologna, e anche a La Spezia grazie a un illuminato dirigente
scolastico.
A
Tellaro e alla Serra, le scuole sono inserite all’interno del Parco regionale
di Montemarcello-Magra, i paesi sono completamente pedonali a misura di bambino
e di bambina, la bellezza del paesaggio è il contesto predisponente
all’apprendimento. Sono scuole piccole, che accolgono comunque un numero di
bambini e bambine sufficiente a dare vita a una comunità educante, immerse
nella luce, dove l’aria è tersa e non esiste inquinamento acustico.
La scuola italiana oggi non è messa bene, ci sono realtà
eroiche, con insegnanti che nonostante il misconoscimento del loro ruolo, i
loro stipendi, le scarse proposte di aggiornamento e di formazione continuano a
impegnarsi per realizzare una scuola che risponda ai bisogni, ai diritti dei
bambini e degli adolescenti, ma purtroppo la situazione più diffusa è quella
fotografata dal recente rapporto OCSE, che ci dà ai penultimi posti. Alcuni
pedagogisti per questa ragione parlano addirittura di emergenza alfabetica (Maurizio
Tirittico). Per non parlare poi dell’aumento di scuole parentali che, se
sicuramente non vanno demonizzate, sono il segno tangibile di un disagio
crescente intorno all’offerta formativa e educativa della scuola pubblica che
per noi è invece una grandissima risorsa.
Allora chiediamo alla Ministra: perché non tentare di
invertire questa rotta sostenendo le piccole scuole che in passato sono state
importantissime per delineare la pedagogia della scuola attiva e che
giustamente sono valorizzate e sostenute in tante parti d’Europa? Sappiamo
benissimo che siamo in una crisi economica senza precedenti, ma investire sulla
scuola e sulla ricerca è un modo per uscirne ed inoltre, in questo tipo di
scuola dove il rapporto con la comunità è stretto e la comunità stessa che può
attivare forme di sostegno attivo alla scuola. Si guardi a quanto fatto a
Capannori con il Dirigente Dal Sasso.
Per noi le piccole scuole sono luoghi privilegiati per
garantire il benessere, i diritti e i bisogni dei bambini e delle bambine, ma
anche per dare speranza, vita, economia ai nostri borghi che diversamente
saranno solo villaggi vacanza per un limitatissimo periodo dell’anno. Per noi
le scuole dei borghi sono servizi essenziali, presidi di cultura e civiltà,
ponti tra le generazioni e dighe contro lo spopolamento.
La scuola non
può pensarsi indipendente,indifferente,ininfluente rispetto al disegno e alle
prospettive che si pone una società. Da questo il nostro slogan “Una scuola in
ogni borgo, ad ogni borgo la sua scuola”.
E per concludere guardando ancora oltre, pensiamo anche al ruolo
che possono avere i borghi rispetto al grande tema dell’accoglienza e
dell’integrazione dei nuovi italiani. Chiediamo su quanto espresso solo un po’
di riflessione.
contributo spedito via email e alla pagina fb della Ministra in data 18 dicembre 2013
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