RIFLESSIONI, SPUNTI, RIFERIMENTI PER LA NOSTRA BATTAGLIA IN DIFESA DELLE PICCOLE SCUOLE DEL COMUNE DI LERICI

mercoledì 18 dicembre 2013

Lettera alla Ministra alla Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza


Egregia Ministra,
le scriviamo per proseguire un discorso che si è interrotto. Chi scrive è la portavoce dell’associazione “Le mamme del momento” di Tellaro e il comitato “Pro Scuola La Serra” e ci siamo incontrate alla Spezia, venerdi 29 novembre, nel corso della conferenza organizzata dall’associazione Mediterraneo. Una conferenza molto interessante in cui sono emerse proposte di cui ci piacerebbe sentire ancora parlare. Per ragioni di tempo non ho potuto concludere l’intervento preparato dai Comitati e per questo le ho lasciato una copia. Ci piacerebbe conoscere il Suo parere in merito alle questioni sollevate dall’intervento e, con questa lettera, La invitiamo a risponderci.
Ne approfittiamo per aggiungere solo qualche altro elemento:

-       i nostri movimenti coinvolgono tanti genitori e cittadini uniti dalla convinzione che la scuola sia un bene comune;
-       il tempo pieno del Comune di Lerici è nato nel 1976 nella scuola elementare di Tellaro ed è sempre stato collocato, a Tellaro e alla Serra, con soddisfazione sia degli alunni e dei genitori sia della Dirigenza scolastica e dell’Amministrazione. Cosa oggi rende queste scuole non più idonee al progetto scolastico ed educativo del Comune di Lerici ci è oscuro;
-       le scuole che difendiamo non hanno pochi bambini, ad esempio la prima elementare della Serra è popolata quest’anno da ventitre alunni ma il calo demografico e il relativo problema della diminuzione del numero di alunni, è utilizzato per giustificare la scelta di chiudere le piccole scuole;
-       le piccole scuole del Comune di Lerici per noi rappresentano (e lo hanno ampiamente dimostrato in questi anni) dei presidi di cultura e di socialità fondamentali per la vita dei borghi e anche degli straordinari laboratori didattici e pedagogici (e questo succede anche altrove come nella scuola di Ponte Uso in Romagna il cui lavoro è stato paragonato  nella rivista E.R scuola del 25/1/2013  a quello di Reggio Emilia Children, anche da lei citato nell’incontro della Spezia);
-       il problema dello spopolamento dei borghi è comune a tantissime realtà italiane e non solo, siano esse di montagna o costiere. In Europa, soprattutto nelle zone di confine il problema è stato affrontato in modo serio attraverso anche progetti interregionali (vedi esempio dell’Alto Adige, Svizzera e Austria). Crediamo che per invertire la tendenza dello spopolamento si debba investire nella garanzia dei servizi essenziali nelle comunità “periferiche” a partire dalla scuola;
Infine accogliamo con grande gioia la notizia dell’incarico conferito al Prof. Tullio De Mauro  per la presidenza della Commissione di selezione Invalsi; per ripensare il sistema educativo italiano abbiamo bisogni di talenti e competenze come quelle espresse dal Prof. De Mauro.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.             

Le mamme del momento                                                   Comitato Pro scuola La Serra

Lerici, 6 dicembre 2013

Segue l’intervento della nostra portavoce per l’incontro del 29 novembre a La Spezia

Questo intervento è a nome dell’associazione Le mamme del momento e del Comitato Pro scuola la Serra: movimenti sorti, da poco più di un anno, a Tellaro e alla Serra, due borghi del vicino Comune di Lerici, in difesa delle loro scuole. I Comitati hanno il sostegno anche dei rispettivi Comitati di frazioni e degli abitanti dei borghi.
I movimenti sono nati in seguito alla decisione dell’Amministrazione Comunale di Lerici, sostenuta dagli organi della scuola, di chiudere la scuola di Tellaro e di mettere in discussione la vita della scuola della Serra che con la prima condivide la gestione del tempo pieno. L’amministrazione, nonostante le promesse elettorali, ha deciso di intraprendere una riorganizzazione dei plessi scolastici in base a considerazioni di natura quantitativa: pochi bambini, pochi soldi. Nessun progetto culturale sembra stare alla base di questa volontà solo quello di accorpare, semplificare sul fronte dell’organizzazione e risparmiare. Non vogliamo minimizzare questi aspetti, ma da un anno chiediamo al comune di progettare il nuovo assetto scolastico dentro un orizzonte diverso e soprattutto di progettarlo insieme alla cittadinanza. Ed è su questo che vorremmo una sua opinione.
Noi sosteniamo che, soprattutto alla luce di questa condizione di “povertà” materiale che riguarda la scuola pubblica italiana nel suo insieme, occorra investire nella qualità e le piccole scuole del Comune di Lerici hanno rappresentato, per oltre 30 anni, il fiore all’occhiello dell’Istituto Comprensivo. 
Per sostenere la nostra battaglia, ci siamo guardati intorno per capire se la nostra battaglia fosse anacronistica o insostenibile. Abbiamo allora scoperto che c’è in Italia (e anche nella provincia della Spezia – Aulla, Porto Venere, Brugnato) una rete di piccole scuole (docenti e dirigenti), di pedagogisti, di movimenti che sostengono come si sia impoverita la scuola e il tessuto sociale accorpando, eliminando importanti presidi culturali. Abbiamo scoperto che l’esperienza delle nostre piccole scuole è in linea con le ultime indicazioni ministeriali e con i metodi della pedagogia esperienziale della natura (outdoor education) e della scuola ecologica di Gianfranco Zavalloni. Esperienze, principi e metodi di cui si discute molto in Italia, come in un recente convegno a Bologna, e anche a La Spezia grazie a un illuminato dirigente scolastico.
A Tellaro e alla Serra, le scuole sono inserite all’interno del Parco regionale di Montemarcello-Magra, i paesi sono completamente pedonali a misura di bambino e di bambina, la bellezza del paesaggio è il contesto predisponente all’apprendimento. Sono scuole piccole, che accolgono comunque un numero di bambini e bambine sufficiente a dare vita a una comunità educante, immerse nella luce, dove l’aria è tersa e non esiste inquinamento acustico.  
La scuola italiana oggi non è messa bene, ci sono realtà eroiche, con insegnanti che nonostante il misconoscimento del loro ruolo, i loro stipendi, le scarse proposte di aggiornamento e di formazione continuano a impegnarsi per realizzare una scuola che risponda ai bisogni, ai diritti dei bambini e degli adolescenti, ma purtroppo la situazione più diffusa è quella fotografata dal recente rapporto OCSE, che ci dà ai penultimi posti. Alcuni pedagogisti per questa ragione parlano addirittura di emergenza alfabetica (Maurizio Tirittico). Per non parlare poi dell’aumento di scuole parentali che, se sicuramente non vanno demonizzate, sono il segno tangibile di un disagio crescente intorno all’offerta formativa e educativa della scuola pubblica che per noi è invece una grandissima risorsa.
Allora chiediamo alla Ministra: perché non tentare di invertire questa rotta sostenendo le piccole scuole che in passato sono state importantissime per delineare la pedagogia della scuola attiva e che giustamente sono valorizzate e sostenute in tante parti d’Europa? Sappiamo benissimo che siamo in una crisi economica senza precedenti, ma investire sulla scuola e sulla ricerca è un modo per uscirne ed inoltre, in questo tipo di scuola dove il rapporto con la comunità è stretto e la comunità stessa che può attivare forme di sostegno attivo alla scuola. Si guardi a quanto fatto a Capannori con il Dirigente Dal Sasso.
Per noi le piccole scuole sono luoghi privilegiati per garantire il benessere, i diritti e i bisogni dei bambini e delle bambine, ma anche per dare speranza, vita, economia ai nostri borghi che diversamente saranno solo villaggi vacanza per un limitatissimo periodo dell’anno. Per noi le scuole dei borghi sono servizi essenziali, presidi di cultura e civiltà, ponti tra le generazioni e dighe contro lo spopolamento.
La  scuola non può pensarsi indipendente,indifferente,ininfluente rispetto al disegno e alle prospettive che si pone una società. Da questo il nostro slogan “Una scuola in ogni borgo, ad ogni borgo la sua scuola”.
E per concludere guardando ancora oltre, pensiamo anche al ruolo che possono avere i borghi rispetto al grande tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei nuovi italiani. Chiediamo su quanto espresso solo un po’ di riflessione.

contributo spedito via email e alla pagina fb della Ministra in data 18 dicembre 2013

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